L’Europrogettista è una nuova figura professionale, nata dall’esigenza di rispondere a bandi europei, che hanno una specifica conformazione. La parola europrogettazione è stata coniata nel 1998 a Venezia, durante la presentazione del progetto “Europèlago” cofinanziato dalla Commissione Europea e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Fu questa l’occasione per capire come cogliere le opportunità dei finanziamenti europei con l’attuazione di percorsi formativi mirati. Nacque così la figura dell’Europrogettista che si occupa di definire, organizzare e gestire tutti i passaggi di presentazione, finanziamento ed elaborazione di progetti europei. Un lavoro molto diverso dal consueto consulente aziendale che si occupa di strategie o gestione di debiti e crediti di piccole o media imprese. L’europrogettista ha conoscenze molto approfondite in diverse materie con focus nella redazione di progetti in linea con le richieste dei bandi. Si stima che le offerte di lavoro per europrogettisti aumenteranno del 33% entro il 2027 per far fronte alla realizzazione di piani strategici post-pandemia. Ma come si diventa europrogettista? Quale preparazione è necessaria? Lo scopriremo insieme, analizzando il percorso di formazione e l’importanza del suo ruolo.

 La formazione dell’europrogettista

L’Europrogettista non ha un percorso formativo prefissato, anche perché necessita di conoscenze trasversali che acquisisce con l’esperienza e l’aggiornamento costante. Il consiglio è di acquisire solide basi in economia o scienze politiche e poi perfezionare la formazione sulla didattica di un master in europrogettazione, uno degli strumenti più efficaci per comprendere come funziona l’elaborazione dei progetti per i bandi e come ci si muove nella gestione del network di aziende che vi partecipano. Le proposte formative in questo ambito sono numerose e si può scegliere di frequentare il master anche con università telematiche, studiando a distanza e organizzando in maniera autonoma il piano di studi. Unicusano, tra le università riconosciute dal Miur, ha una piattaforma e-learning proprietaria accessibile 24h/24h con area dedicata per ogni studente. Dopo aver conseguito un titolo in europrogettazione, è importante mettersi subito all’opera, collaborando con enti e aziende specializzate nella compilazione dei bandi, che possono offrire l’esperienza giusta per iniziare la propria carriera.

Cosa fa l’europrogettista

L’europrogettista può avere un ruolo tecnico o un ruolo manageriale. Le attività principali sono comunque legate all’ideazione di un progetto che rispetti le linee guida del bando e che sia coerente con la mission della rete proponente. Nella definizione del piano ha anche la mansione di stabilire obiettivi strategici, creare una rete che lavori al progetto con diverse attività e organizzare a tal proposito le risorse e gli strumenti necessari.

Le competenze trasversali

Per un europrogettista è indispensabile avere delle competenze trasversali. Una su tutte è la conoscenza della lingua inglese, lingua franca della comunità europea e lingua nella quale sono scritti i bandi. Segue poi una conoscenza specifica del linguaggio tecnico contenuto nei bandi e una capacità strategica di intuire come rendere concrete le azioni previste dal bando a cui si partecipa. Deve infine tenersi costantemente aggiornato sulle scadenze, le modalità di presentazione e le novità in ambito europeo. Il PNRR con un importo totale di 191,5 miliardi di euro è ad esempio l’occasione per mettersi in gioco e dimostrare con competenza che si è allineati alle più recenti disposizioni UE.

Le opportunità lavorative

L’europrogettista può lavorare come dipendente in aziende ed enti pubblici che basano le proprie attività sui finanziamenti europei e nelle quali è dunque preposto un team specifico, del quale l’europrogettista sarà responsabile. Può poi lavorare anche come consulente esterno, intervenendo solo quando è necessario nell’offrire le proprie competenze specifiche ad aziende ed istituzioni che desiderano rispondere ai piani europei.